Alzi la mano chi non ha mai usato lo smartphone alla guida.
Se facciamo la conta sicuramente uscirà fuori un numero molto basso, considerando che nei primi 8 mesi del 2016 sono più di 30.000 i cittadini multati in Italia per questo motivo, con una percentuale in aumento del 26,6% rispetto allo stesso periodo del 2015.
L’allarme è lanciato dall’ACI che rincara la dose imputando alla guida “distratta” la causa di 3 incidenti su 4. Sul banco degli imputati, il primo indiziato è ovviamente lo smartphone: la principale arma di distrazione di massa della nostra epoca.
Mentre si guida ormai accade di tutto: si chatta, si controllano le notifiche, si fanno selfie, si rispondono a mail di lavoro. Secondi di “black out” in cui il guidatore ha i riflessi rallentati, non guarda la strada e non ha entrambe le mani ferme sul volante, esponendo così a un grosso rischio sè stesso e gli altri.
Il problema è grave e non riguarda solo l’italia, ma rimedi efficaci sono ancora lontani dall’essere trovati. Campagne di sensibilizzazione, controlli a tappetto e multe salate, infatti, aiutano ma non sembrano riuscire a risolvere del tutto la situazione.
Enrico Pagliari di ACI, in un ‘intervista a La Repubblica, auspica una soluzione simile a quello che succede quando saliamo su un aereo: telefoni equipaggiati con una modalità di guida che rispondono in automatico quando siamo contattati via messaggio, via chat o via mail.
Perché, come recita la campagna #GuidaeBasta di Anas e Polizia di Stato, “se non rispondi non muore nessuno”.