M5S e PD per l’elettrificazione, CDX contro accise e bollo.
Sono passati poco più di dieci giorni dal voto. Fra vittorie da celebrare, sconfitte da digerire, alleanze da intraprendere e ruoli da rivendicare, il rebus governo italiano sembra lontano dall’essere risolto.
Tante promesse sono state fatte in questa campagna elettorale e non è certo questa la sede per discuterne. Quello che possiamo fare però è soffermarci sul tema della mobilità, su cui nessun partito ha rinunciato ad esprimersi.
Postulando che tra il dire e il fare, essendo ottimisti, la strada è lunga ed impervia, proviamo ad analizzare le posizioni prese dai contendenti prima del voto e le possibili conseguenze che ne deriverebbero.
Fra vittorie da celebrare, sconfitte da digerire, alleanze da intraprendere e ruoli da rivendicare, il rebus governo italiano sembra lontano dall’essere risolto.
Il Movimento 5 Stelle, primo partito per distacco, ha toccato molto il discorso mobilità, legandolo inevitabilmente all’ambiente. L’obiettivo dichiarato è preciso: “Un milione di auto elettriche entro il 2020, con incentivi all’acquisto per chi compra” ha dichiarato il candidato premier Luigi Di Maio. In più, anche il settore dei trasporti dovrà cambiare radicalmente registro, arrivando ad utilizzare per il 90% energia elettrica entro il 2050. Incentivi anche alla condivisione (car sharing, car pooling, bike sharing e così via) e attenzione alla sicurezza, con la volontà di diffondere veicoli dotati di sistemi di sicurezza attivi e passivi. Serviranno coperture finanziarie notevoli e una vera volontà di cambiamento, ma la strada tracciata sembra, presto o tardi, l’unica davvero percorribile.
Parlando di centro destra non si può prescindere dalle parole di Silvio Berlusconi, leader indiscusso della coalizione, almeno fino alla vigilia del voto. Il cavaliere ha promesso che non ci saranno più tasse “né sulla prima casa, né sull’auto”. Addio al bollo quindi. Salvini invece ha spostato l’attenzione tutta sulle accise per la guerra in Etiopia, constatando che esse pesano sui carburanti 15 centesimi sui 72 totali di accise per ogni litro. La loro eliminazione costerebbe alle casse dello Stato 4 miliardi di euro: staremo a vedere. In ogni caso quello del centro destra sembra un progetto più attento alla tasca dell’elettore e meno legato alle tematiche ambientali.
Infine, passando agli sconfitti, il PD avrebbe voluto l’istallazione di 14.000 colonnine di ricarica entro i prossimi 5 anni, trasformando inoltre le auto blu in auto green, tutte interamente elettriche. Per il Partito Democratico l’obiettivo sarebbe stato sicuramente impegnativo, visti i modelli di paesi citati (Norvegia e blocco scandinavo). Un programma che si avvicinava molto a quello dei 5 Stelle, con cui, almeno sui temi della mobilità, un’alleanza non sarebbe poi così assurda, anzi.
A grandi linee, sono queste le direttive contenute nei programmi e nelle parole dei leader alla vigilia delle elezioni. Ora bisognerà innanzitutto capire a chi Mattarella darà l’incarico per formare il nuovo governo, poi serviranno i fatti. Tanti e importanti se i nostri modelli di riferimento sono paesi come la Norvegia, e l’obiettivo una quasi completa elettrificazione del paese.