Riccardo Pingiori, presidente di Popmove, ai microfoni de L’Italia con Voi ha delineato l’evoluzione del carsharing in Italia e non solo. “Gli stili di vita stanno cambiando come le attitudini delle persone, soprattutto le fasce più giovani. Statisticamente, il 61% degli italiani nel 2019 ha posposto la decisione di comprare un’automobile nuova o addirittura usata, perché percepisce che ci sono dei sommovimenti importanti dal lato tecnologico e dal lato dell’adeguamento degli stili di vita nei confronti del pianeta. La situazione evolve costantemente. Il Sudamerica, ad esempio, che è stato il continente partito più tardi rispetto agli altri, al momento si stima abbia un giro di affari intorno ai 950 milioni. Questo perchè l’85% della popolazione si è concentrata nelle grandi città, e questo ha determinato un problema estremo di mobilità, soprattutto in presenza di realtà dove le strutture di trasporti pubblici di massa erano un po’ meno sviluppati. Il Giappone, che è avanzatissimo dal punto di vista della mobilità in treno e in metropolitana, avrà un incremento del 40% del carsharing nel 2020”.
L’utilizzo ha la meglio sul possesso
Sta cambiando sempre di più il rapporto che c’è nei confronti dell’automobile: “Soprattutto per le persone della mia generazione l’auto era uno status symbol, ma questa componente è sempre più minoritaria o secondaria. Più che il possesso dell’auto, conta l’utilizzo, che deve essere flessibile e tarato sulle esigenze personali. Imbarcarsi in una situazione di possesso, a volte costosa e onerosa, sta quasi passando di moda in molte realtà avanzate come le metropoli”. Una spinta dettata soprattutto da una clientela giovane. “I giovani che utilizzano il nostro servizio rappresentano il 25% dei nostri utenti. Il 30% ha un’età compresa tra i 25 e i 35 anni. Questo dimostra che il bisogno esiste e sta prendendo piede soprattutto nei confronti dei più giovani. Il carsharing, così come è stato visto finora, è un po’ diverso dalla nostra offerta: se tu non vuoi avere il possesso della macchina, puoi noleggiarla a lungo termine e, allo stesso tempo, dato che la vettura è già ready to share, puoi metterla in condivisione quando vuoi tu. In questo modo, l’auto è rimessa in circolo e utilizzata da altri utenti. Funziona come un normale carsharing: c’è un’app che permette di monitorare il posizionamento delle vetture e, come utente che mette l’auto a disposizione, di selezionare il periodo di disponibilità. Chiunque, se disponibile, può utilizzare l’auto nella fascia oraria indicata. E’ diventato troppo oneroso il possesso di una vettura ed è assurdo che il 90% del tempo di un’auto sia in sosta. Questa situazione, che dura da decenni, ha intasato le metropoli e creato un problema enorme di parcheggi e inquinamento. In questo modo riusciamo a utilizzare le risorse già esistenti nella maniera più efficiente possibile. Queste auto, che sono mantenute nella maniera migliore, vanno a creare un impatto minimo sull’inquinamento. Abbiamo una vasta gamma di flotta, con macchine che, a differenza di carsharing tradizionali, non sono solo di taglio piccolo o di una sola alimentazione: andiamo dal carburante tradizionale alle ibride alle elettriche. Non c’è solo il problema del diesel, che sta avendo una grande flessione, ma anche delle ibride o delle elettriche: sono vetture che tra un paio di anni rischiano di essere forse non obsolete, ma quasi”. L’orizzonte di Popmove è sempre più vasto: “Sono un imprenditore, non vivo in Italia e ho fatto impresa anche nel Regno Unito. Ovviamente vogliamo conquistare quanto più spazio possibile, partendo dall’Italia. Come minimo, vogliamo aumentare i nostri volumi anche in Europa”