Il settore automobilistico è in crisi, il lungo lockdown inizia a presentare il conto. Michele Crisci, presidente dell’Unrae, l’associazione delle case automobilistiche estere, lancia l’allarme: “I dati ufficiali di aprile confermano purtroppo quanto da noi anticipato dall’inizio della crisi. Le necessarie e severe misure di contenimento del contagio ne hanno rallentato la diffusione, ma il blocco delle attività economiche ha messo in ginocchio la filiera della distribuzione auto, con le 1.400 aziende che sostentano 160.000 famiglie”. Nemmeno la Fase 2 riuscirà a dare uno scossone a un settore sostanzialmente fermo a causa delle restrizioni: “La riapertura avviene con restrizioni molto severe alla circolazione ancora in vigore, e con una domanda da famiglie e imprese fortemente indebolita. Rinnoviamo l’appello al sistema bancario perché le ingenti risorse messe a disposizione dal Decreto Liquidità vengano prontamente erogate alle imprese del comparto auto. E’ evidente la necessità di una accelerazione da parte del Governo, con misure specifiche per il settore automotive. Si tratta di un settore strategico per il Paese, con il suo effetto moltiplicatore sull’economia e il suo contributo al gettito erariale pari a circa 80 miliardi di euro annui. Con la ripresa delle attività nella Fase 2, ancora più centrale sarà il ruolo dell’automobile nella mobilità, non solo all’interno dei grandi centri, ma anche dei pendolari, interurbana e autostradale”.
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I dati del Centro Studi Promotor
Sono decisamente allarmanti i numeri di uno studio effettuato dal Centro Studi Promotor: “Se si considera che le immatricolazioni di aprile valgono circa il 9% di quelle di un intero anno, proiettando il dato su un intero anno si ottiene un volume analogo a quello del 1949 quando le immatricolazioni furono 48.883. Ovviamente il dato di aprile, come quello di marzo (-85,42%), è dovuto all’emergenza coronavirus. Il cammino per tornare alla normalità è lungo e accidentato, come emerge dal clima di fiducia degli operatori del settore. Questo indicatore è crollato dal 33,3 di gennaio al 3,6 di aprile, anche se un piccolo supporto può venire dal fatto che la gente ha capito che il mezzo più sicuro per limitare il contagio è l’auto privata”.